Ho ricoperto il ruolo di interprete in numerose situazioni differenti, ma sempre e ovunque sentivo di avere la stessa “vocazione”: quella di fungere da un vero e proprio „intermediatore linguistico”, dando il meglio di me stesso sotto il profilo umano e professionale, in modo da aiutare la parte italiana e quella ungherese a comprendersi reciprocamente e a raggiungere i loro comuni obiettivi.
Sono convinto che un traduttore e interprete non deve mai smettere di studiare per questo di giorno in giorno mi sforzo di arricchire il mio lessico e di perfezionare il mio italiano, ma anche il mio ungherese.